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      E nel vero tutte l'età sempre ebbero per costume in tutte l'arti, e particularmente nella pittura, avere in maggior pregio e grado i pochi e rari, quantunque goffi fossero, che i molti saputi e veramente eccellenti, e quegli con estraordinari premi remunerare; come apertamente si vede nella opera di quel fra Iacopo di San Francesco, che molte decine d'anni prima lavorò di musaico la scarsella dopo lo altare nella detta chiesa di San Giovanni.
      Ma poi che l'opere di Giotto furono poste in paragone di quelle d'Andrea e di Cimabue, conobbero i popoli la perfezzione dell'arte, vedendo la differenza ch'era da la maniera prima di Cimabue a quella di Giotto nelle figure loro, e da gli imitatori dell'uno e dell'altro egregiamente fatte; laonde, seguendo gli altri di mano in mano l'orme de' lor maestri, alla bontà dove oggi siamo pervenuti sono, e da tanta bassezza al colmo delle meraviglie, ch'oggi veggiamo, la pittura hanno inalzata. Infelici secoli possono chiamarsi quegli che privi sono stati di cosí bella virtú, la quale ha forza, quando è da dotta mano, o in muro o in tavola, in superficie di disegno, o con colore lavorata, tenere gli animi fermi et attenti a risguardare il magisterio delle opere umane, rappresentando la idea e la imaginazione di quel,le parti che sono celesti, alte e divine, dove per pruova si mostra l'altezza dello ingegno e le invenzioni dello intelletto; l'operazioni de i quali altamente riducono gli egregi spiriti et i valoros'ingegni a la notizia delle cose della natura, et esprimendole nelle pitture fanno fede delle grandezze del cielo ne gli ornamenti del mondo.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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