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      Dove, spente queste arti, si adoperava nel tempo di Andrea quella che da' Gotti e da' Greci goffi era stata recata in Toscana. Et egli, considerato il nuovo disegno di Giotto e quelle poche anticaglie che gli erano note, assottigliò gran parte della grossezza di sí sciaurata maniera con il suo giudizio, e cominciò ad operare meglio et a dare molto maggiore bellezza alle cose sue, che non aveva fatto ancora nessuno altro in quella arte, insino a' tempi suoi. Per il che, visto lo ingegno, la destrezza e la pratica, cominciò nella patria sua, ciò è in Pisa, ad essere aiutato da molti et a mettere in opera. Laonde fece a Santa Maria a Ponte alcune figurine di marmo di sua mano, le quali gli recarono tal nome ch'e' fu ricerco e con grandissima instanzia e per non piccoli mezzi, di venire a lavorare in Firenze per la Opera di Santa Maria del Fiore, la quale aveva allora cominciata la fabbrica del campanile, et avevano carestia di maestri che facessino le storie che Giotto aveva disegnate, da mettersi nel principio di detta fabbrica. E cosí Andrea, pensando fare acquisto nella roba, sí come egli aveva fatto nella arte, si condusse a Firenze, e fece la porta di detto campanile con quelle figurette che sono in cima di quella, e di poi seguitò le istorie che ci sono intorno, , però che quattro, che sono fra la chiesa e la torre del campanile, che si conoscono che non sono sue. Seguitò di fare di sopra, in certe mandorle, i sette Pianeti, le sette Opere della misericordia e le sette Scienzie tutte di marmo, ciò è con figurette piccole e di basso rilievo.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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