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      Ma chi ardirà di dire in quel tempo essersi trovato uno in ogni cosa perfetto? E che abbia ridotto le cose al termine di oggi e d'invenzione e di disegno e di colorito? E che abbia osservato lo sfuggire dolcemente delle figure con la scurità del colore, che i lumi siano rimasti solamente in su i rilievi, e similmente abbia osservato gli strafori e certe fini straordinarie nelle statue di marmo come in quelle si vede? Questa lode certo è tocca alla terza età, nella quale mi par potere dir sicuramente che l'arte abbia fatto quello che ad una imitatrice della natura è lecito poter fare, e che ella sia salita tanto alto, che piú presto si abbia a temere del calare a basso, che sperare oggimai piú augumento.
      Queste cose considerando io meco medesimo attentamente, giudico ch'e' sia una pro,prietà et una particulare natura di queste arti, le quali da uno umile principio vadino appoco appoco migliorando, e finalmente pervenghino a 'l colmo della perfezzione. E questo me lo fa credere il vedere essere intervenuto quasi questo medesimo in altre facultà; che, per essere fra tutte le arti liberali un certo che di parentado, è non piccolo argumento che e' sia vero. Ma nella pittura e scultura in altri tempi debbe essere accaduto questo tanto simile che, se e' si scambiassino insieme i nomi, sarebbono appunto i medesimi casi. Imperò che e' si vede (se e' si ha a dar fede a coloro che furono vicini a que' tempi e potettono vedere e giudicare de le fatiche de gli antichi) le statue di Canaco esser molto dure e senza vivacità o moto alcuno, e però assai lontane dal vero, e di quelle di Calamide si dice il medesimo, benché fussero alquanto piú dolci che le predette.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





Canaco Calamide