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      E ricevuto con favor grande, esercitò l'arte sua onoratamente, lavorando sempre da indi innanzi co 'l grembiule del broccato.
      Cosí dunque dette luogo Dello alla invidia, et appresso di quel re, onoratamente visse e morí. Furono le sue pitture nel MCCCCXXI, et esso di anni XLVIIII, passò di questa vita. Né cessarono per questo i favori del re, perché sí come onoratamente lo aveva tenuto mentre che e' visse, cosí, morto ancora, suntuosamente lo fece accompagnare a la sepoltura, dove fu dedicato questo epitaffio:
     
      DELLVS EQVES FLORENTINVS PICTVRAE ARTE PERCELEBRIS REGISQ HISPANIARVM LIBERALITATE ET ORNAMENTIS AMPLISSIMVS.
     
      H S E S T T L. ,
     
      NANNI DI ANTONIO DI BANCO
     
      E' pare universalmente ne' delicatissimi tempi nostri uno inconveniente certo non piccolo, se una persona bene agiata, e che può vivere senza sudori, si esercita o nelle scienzie o in quelle arti ingegnose e belle, che recan fama al vivo et al morto; come la virtú non convenga forse se non a' poveri, od a coloro almeno che non son nati di sangui chiari. Opinione veramente erronea, e che merita giustamente di essere abominata da ciascheduno, essendo sempre molto piú onorata e piú bella cosa la virtú nella nobilità e nelle ricchezze che nella gente povera e vile. Il che apertissimamente si vide in que' felicissimi tempi santi, quando i re et i principi dottamente filosofavano, e nel secolo quasi nostro lo dimostrò assai chiaro Nanni di Antonio di Banco fiorentino. Il quale, ricco di patrimonio e non basso al tutto di sangue, dilettandosi de la scultura, non solamente non si vergognò di impararla e di esercitarla, ma se lo tenne a gloria non piccola e vi fece dentro tal frutto, che la sua fama durerà sempre, e tanto piú sarà celebrata, quanto si saperrà che egli attese a cosí bella arte, non per bisogno, ma per vero amore di essa virtú. Costui fu uno de' discepoli di Donato, et è da me posto innanzi al maestro, perché e' morse molti anni avanti di quello.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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