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      Fu persona alquanto tardetta, ma modesta, umile e benigna nella sua conversazione. Veggonsi de le opere sue in Fiorenza il San Filippo di marmo in un pila,stro a San Michele in Orto, allogato dall'Arte de' Calzolai a Donato, e per discordia fra loro del prezzo riallogato di poi a Nanni, per far dispetto a Donato, promettendo Nanni pigliar tutto quel pagamento che detti consoli gli darebbono. Finí la statua e, condottola al suo luogo, domandava il premio delle fatiche sue, prezzo maggiore che Donato non aveva chiesto. Rimisero la stima della figura in Donato per compromesso, credendosi al fermo i consoli che, per invidia non l'avendo egli fatta, la stimasse meno dell'opera sua. Ma egli molto piú la stimò che Nanni non chiese e che i consoli non credettero pagarli. Per il che gran romore nacque fra i consoli, i quali gridando dicevano a Donato: "Tu adunque la facevi per minor prezzo, et ora giudichi questa opera molto piú della tua e che egli non chiede? E pur sai ch'ella è manco buona delle fatiche che in essa aresti fatto tu". Rispose Donato ridendo: "Questo povero uomo non è tale nell'arte quale sono io, e dura nel lavorare assai piú fatica di me: sete forzati volendo sodisfarlo, come uomini giusti che mi parete, pagarlo del tempo che v'ha speso". E fu per Donato il lodo della figura finito con danno loro. Sotto a questa nicchia sono quattro santi di marmo fatti per l'Arte de' Fabbri, Legnaiuoli e Muratori, e lavorati da Nanni d'Antonio. Dicesi che, avendoli finiti tutti tondi e spiccati l'un da l'altro e murata la nicchia, che a mala fatica non ve ne entravano dentro se non tre, avendo egli nelle attitudini loro ad alcuni aperte le braccia, perché disperato e mal contento andò a trovar Donato, e contandoli la disgrazia e poca acortezza sua, rise Donato di questo caso e disse: "Se tu mi paghi una cena con tutti i miei giovani di bottega, mi dà il core di farli entrar nella nicchia senza fastidio nessuno". E cosí convenutosi, lo mandò a Prato a pigliare , alcune misure, dove aveva d'andare esso Donato.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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