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      E , cosí fino al tempo nostro, i suoi descendenti hanno lavorato di tal mestiero, e non solo ripiena di ciò tutta la Italia, ma e mandatone ancora in diverse parti del mondo. E di questa invenzione merita egli certo non manco lode che e' si meritasse nella scultura, nella quale grandemente fu celebrato. Dicono molti che Luca della Robia era concorrente di Donatello e tenuto di grande ingegno ne' tempi suoi. Onde per virtú di questo, meritò che gli operai di Santa Maria del Fiore gli allogassero alcune storiette di marmo, le quali furono poste nel campanile dove sono i principii della musica, della filosofia e dell'arti liberali. Nelle quali istoriette acquistò grandemente, perché diè materia di disporre gli operai sopradetti ad allogarli l'ornamento di marmo dell'organo, sopra la sagrestia nuova di Santa Maria del Fiore; nel quale fece egli i cori della musica con diligenza e con sottil magisterio lavorati, dove sono alcune figure che cantano et, ancora che elle siano alte, vi si conosce il gonfiare della gola per lo alito e le battute in su le spalle da chi regge la musica. Et in queste medesime istorie andò imitando e suoni e balli, con tutti gli affetti simili, in cosa per cosa, finendo il tutto molto piú pulitamente che non fece Donato stesso. Perché si vede in quel di Donato piú risoluta pratica e piú maestrevole vivezza, che non fa perfezzione e finita bontà in quel di Luca. E vedesi negli artefici egregi aver sempre le bozze piú forze e vivacità che non ha la fine nelle opere loro.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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