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      Et ancora che e' fusse lodato et avesse già abbattuto la invidia e l'arroganzia di molti, non poté però tenere, nella veduta di questo modello, che tutti i maestri che erano in Fiorenza non si mettessero a farne in diversi modi; e fino a una donna di casa Gaddi ardí concorrere in giudicio con quello che aveva fatto Filippo. Egli nientedimeno tuttavia si rideva della altrui prosunzione, e fu sgridato da molti amici suoi che e' non dovesse mostrare il modello suo a nessuno artefice, acciò che eglino da quello non imparassero. Et esso rispondeva loro che non era se non un solo il vero modello, e gli altri erano vani. Alcuni altri maestri avevano nel loro modello posto de le parti di quel di Filippo, a i quali, nel vederlo, Filippo diceva: "A questo altro modello che costui farà, farà il mio propio". Era da tut,ti infinitamente lodato, ma solo non ci vedendo la salita per ire a la palla, apponevano ch'e' fusse difetto. Conclusero gli operai di fargli allogazione di detta opera con patto che mostrando loro la salita, l'opera fusse sua; per il che Filippo, levato nel modello quel poco di legno che era da basso, mostrò in uno pilastro la salita che al presente si vede in forma di una cerbotana vota; e da una banda un canale, con staffe di bronzo, dove l'un piede e poi l'altro montando, s'ascende in alto. E perché non ebbe tempo di vita, per la vecchiezza, di potere tal lanterna veder finita, lasciò per testamento che tal come stava il modello murata fusse, e come aveva posto in iscritto; altrimenti protestava che la fabbrica ruinerebbe sendo volta in quarto acuto, che aveva bisogno che il peso la caricasse, per farla piú forte.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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