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      E furono questi: Rondinelli, Ginori, da la Stufa, Neroni, Ciai, Marignolli, Martelli e Marco di Luca; e queste cappelle si avevono a fare nella croce. La sagrestia fu la prima cosa a tirarsi inanzi e la chiesa poi di mano in mano. E per la lunghezza della chiesa, si venne a concedere poi di mano in mano le altre cappelle a i cittadini pur popolani, e di continuo erano a vedere i popoli, cosí della città come forestieri, tirar su le colonne e venir pietre che davono storpio e noia grande a i maestri che ci lavoravano. Non fu finita di coprire la sagrestia, che Giovanni de' Medici passò a l'altra vita, et in suo luogo rimase Cosimo suo figliuolo. Il quale avendo maggior animo che il padre, dilettandosi delle memorie, fu il primo principio che egli facessi murare, che lo recò in tanta delettazione, che egli, da quivi inanzi, sempre fino alla morte fece murare. Sollecitava Cosimo questa opera con piú caldezza, e mentre si imbastiva una cosa, faceva finire l'altra. Et avendo preso per spasso questa opera, ci stava quasi del continuo. E causò la sua sollecitudine, che Filippo forní la sagrestia, e Donato fece gli stucchi, e cosí quelle porticciuole l'ornamento di pietra e le porte di bronzo. Avevano Giovanni e quegli altri ordinato fare il coro nel mezzo, sotto la tribuna; Cosimo lo rimutò col voler di Filippo, che fece tanto maggiore la cappella grande, che prima era ordinata una nicchia piú piccola, che e' vi si potette fare il coro co,me sta al presente; e finita, rimase a fare la tribuna del mezzo, et il resto della chiesa.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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