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      Dicesi che un mercante genovese fece fare a Donato una testa di bronzo quanto il vivo, bellissima, e per portarla lontano sottilissima di metallo, e che per mezzo di Cosimo tale opra gli fu allogata. Finitala adunque, volendo il mercante sodisfarlo, gli parve che Donato troppo ne chiedesse, perché fu rimesso in Cosimo il mercato, e fatta portare in sul cortile di sopra ch'è in detta casa e fu posata fra' merli che voltano su la strada, acciò che meglio veder la potessino. Cosmo, volendo accomodare la differenza, trovò il mercante molto lontano da la chiesta di Donato, perché, voltatosi, disse ch'era troppo poco. Laonde il , mercante, parendogli troppo, diceva che in un mese o poco piú lavorata l'aveva Donato, e che gli toccava piú d'un mezzo fiorino per giorno. Si volse allora Donato con collera, parendogli d'essere offeso troppo, e disse al mercante che in un centesimo d'ora averebbe saputo guastare la fatica e 'l valore d'uno anno; e, dato d'urto alla testa, subito su la strada la fece ruinare, della quale se ne fer molti pezzi, dicendogli che ben mostrava d'essere uso a mercatar fagiuoli e non statue. Perché egli pentitosi, gli volle dare il doppio piú, perché la rifacesse, e Donato non volse per sue promesse, né per prieghi di Cosimo, rifarla già mai.
      Sono nelle case de' Martelli di molte storie di marmi e di bronzi, infra gli altri, un David di braccia tre, et infinite cose da lui, in fede della servitú e dell'amore ch'a tal famiglia portava, donate liberalissimamente; e particularmente un San Giovanni tutto tondo di marmo, finito da lui, di tre braccia d'altezza, cosa rarissima oggi in casa gli eredi di Ruberto Martelli, da esso in presente ricevuto, del quale fu fatto un fideicommisso, che né impegnare né vendere né donare si potesse, senza gran pregiudicio per testimonio e fede delle carezze usate da loro a Donato, e da esso a loro, in riconoscimento de la virtú sua, la quale per la protezzione e per il comodo avuto da loro aveva imparata.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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