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      Laonde non potendo la fama sua piú crescere in quella professione, come persona che gli piacevon gli studi et ogni cosa dove si aveva a durare fatica, non gli bastando in una sola esser tenuto valente, voleva ancora in altre che egli non sapessi impararle per fare il medesimo; e cosí volto l'animo a volere ancora lassare opere di pittura, fece cartoni di alcune storie e quadri, e cominciò a metterci in opera di colori. E mentre che egli alla pittura attendeva, non mancava attendere alle cose della geometria, avendo animo valersene un dí nelle cose della architettura. E con questo suo modo di procedere caminando, andava virtuosamente spendendo il tempo. Fu in que' giorni finito di murare la lanterna della cupola di Santa Maria del Fiore, e ristrettosi insieme gli operai di quella fabrica, risolverono fra molte dispute e ragionamenti fra loro che , si dovessi fare la palla che sopra quello edifizio, per ordine già di Filippo morto, si doveva porre per finimento di quello, e mandato per Andrea innanzi che si partisse da loro, gli feciono allogazione di detta palla che fusse di misura di braccia, e che egli avesse la cura di farla posare in sur un bottone et incatenarla di maniera che volendovi mettere su la croce, la potessi reggere. La quale opera Andrea finí e messe su con grandissima festa del popolo, con fuochi e con molte altre allegrezze. Ma fu mestiero adoperarci industria et ingegno nello ordinarla talmente che e' vi si potesse entrar dentro, et ad armarla con buone fortificazioni, ché i venti non le nocessero.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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