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      , Attese continovamente alla prospettiva, et in quella città visse e morí. Lasciò Pietro ereditaria la pittura d'una maniera vaga et onorata di colori, cosí nel fresco come all'olio, e durò tal cosa per Italia a imitarsi fino che venne la maniera di Michele Agnolo Buonarroti. E' mostrò a gli artefici che chi lavora continuo e non a ghiribizzi, lascia opere, nome, facultà et amici.
     
      IL FINE DELLA
     
      II PARTE
     
     
      PROEMIO DELLA TERZA PARTE DELLE VITE
     
      Veramente grande augumento fecero alle arti, nella architettura, pittura e scultura quelli eccellenti maestri che noi abbiamo descritti sin qui, nella seconda parte di queste Vite, aggiugnendo alle cose de' primi regola, ordine, misura, disegno e maniera, se non in tutto perfettamente, tanto almanco vicino al vero, che i terzi di chi noi ragioneremo da qui avanti, poterono mediante quel lume sollevarsi e condursi a la somma perfezzione, dove abbiam le cose moderne di maggior pregio e piú celebrate. Ma perché piú chiaro ancor si conosca la qualità del miglioramento che ci hanno fatto i predetti artefici, non sarà certo fuori di proposito dichiarare in poche parole i cinque aggiunti che io nominai, e discorrer succintamente donde sia nato quel vero buono che, superato il secolo antico, fa il moderno sí glorioso. Fu adunque la regola nella architettura il modo del misurare delle anticaglie, osservando le piante de gli edificii antichi nelle opere moderne; l'ordine fu il dividere l'un genere da l'altro, sí che toccasse ad ogni corpo le membra sue, e non si cambiassero piú tra loro il dorico, lo ionico, il corinzio et il toscano; e la misura fu universale, sí nella architettura, come nella scultura, fare i corpi delle figure retti, diritti e con le membra organizzati parimente; et il simile nella pittura.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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