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      Lasciò suo discepolo Francesco Mazzola parmigiano, il quale lo imitò grandemente. Furono le pitture sue circa il MDXII. E fece alla pittura grandissimo dono ne' colori da lui maneggiati come vero maestro, e fu cagione che la Lombardia aprisse per lui gli occhi, dove tanti belli ingegni si son visti nella pittura, seguitandolo in fare opere lodevoli e degne di memoria. Perché mostrandoci i suoi capegli fatti con tanta facilità nella difficultà del fargli, ha insegnato come e' si abbino a fare. Di che gli debbono eternamente tutti i pittori. Ad instanzia de' quali gli fu fatto questo epigramma:
     
      ANTONIO A COREGIO.
      HVIVS CVM REGERET MORTALES SPIRITVS ARTVSPICTORIS, CHARITES SVPPLICVERE IOVI: ,
      NON ALIA PINGI DEXTRA, PATER ALME, ROGAMVS;
      HVNC PRAETER, NVLLI PINGERE NOS LICEAT".
      ANNVIT HIS VOTIS SVMMI REGNATOR OLYMPIET IVVENEM SVBITO SYDERA AD ALTA TVLIT,
      VT POSSET MELIVS CHARITVM SIMVLACRA REFERREPRAESENS ET NVDAS CERNERET INDE DEAS.
     
      Et appresso quest'altro ancora:
     
      DISTINCTOS HOMINI QVANTVM NATVRA CAPILLOSEFFICIT, ANTONI DEXTRA LEVIS DOCVIT.
      EFFIGIES ILLI VARIAS TERRAEQVE MARISQVENOBILE AD ORNANDAS INGENIVM FVERAT.
      COREGIVM PATRIA, ERIDANVS MIRANTVR ET ALPES,
      MOESTAQVE PICTORVM TVRBA DOLET TVMVLO.
     
      Fu in questo tempo medesimo Andrea del Gobbo milanese, pittore e coloritore molto vago, di mano del quale sono sparse molte opere nelle case per Milano sua patria; et alla Certosa di Pavia una tavola grande con la Assunzione di Nostra Donna, ma imperfetta per la morte che li sopravenne; la qual tavola mostra quanto egli fusse eccellente et amatore delle fatiche della arte.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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