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      Per che Ugo da Carpi che d'invenzione aveva il cervello in cose ingegnose e fantastiche, trovò le stampe di legno, che con tre stampe si possa il mezzo, il lume e l'ombra contrafare, le carte di chiaro oscuro, la quale certo fu cosa di bella e capricciosa invenzione e di questa ancora è poi venuta abbondanza.
      Egli fece per il monasterio di Palermo detto Santa Maria dello Spasmo, de' frati di Monte Oliveto, una tavola d'un Cristo che porta la croce, la quale è tenuta cosa maravigliosa, conoscendosi in quella la impietà de' crocifissori che lo conducevano a la morte a 'l Monte Calvario con grandissima rabbia, dove il Cristo, appassionatissimo nel tormento dello avvicinarsi alla morte, cascato in terra per il peso del legno della croce e bagnato di sudore e di sangue, si volta verso le Marie, che del dolore piangono dirottissimamente. Èvvi fra loro Veronica che stende le braccia , porgendoli un panno, con uno affetto di carità grandissima. Oltra che l'opera è piena di armati a cavallo et a piede, i quali sboccano fuora della porta di Gierusalemmo con gli stendardi della giustizia in mano, in attitudini varie e bellissime.
      Questa tavola, finita de 'l tutto, ma non condotta ancora a 'l suo luogo, fu vicinissima a capitar male, con ciò sia che e' dicono che, essendo ella messa in mare per portarla in Palermo, una orribile tempesta percosse ad uno scoglio la nave che la portava, di maniera che tutta si aperse e si perderono gli uomini e le mercanzie, eccetto questa tavola solamente che, cosí incassata come era, fu portata dal mare in quel di Genova; dove ripescata e tirata in terra, fu veduta essere cosa divina e per questo messa in custodia, essendosi mantenuta illesa e senza macchia o difetto alcuno, percioché sino alla furia de' venti e l'onde del mare ebbono rispetto alla bellezza di tale opera.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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