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      Accadde poi che, lavorando ancora di metallo il fuoco, gli tolse il lume de gli occhi, di maniera che né bagni, né altre medicine non l'hanno mai potuto guarire. Onde vecchio e cieco per lui l'opere finirono l'anno MDXL. Per il che di lui si legge questo epigramma:
     
      IVDICIO MIRO STATVAS HIC SCVLPSIT ET ARTETECVM ET COLLATVS IVRE, LYSIPPE, FVIT.
      ASPERA SED FVMI NVBES QVAM FVSA DEDERVNTAERA, DIEM MISERIS ORBIBVS ERIPVIT.
     
      E gli è venuto a proposito lo avere conservato il frutto delle sue fatiche nella arte, perché ciò lo mantiene al presente in tanta quiete, che e' sopporta pazientissimamente tutto lo insulto della fortuna. E chi conoscerà le fatiche da lui fatte nelle sculture, lo amore e 'l tempo messo alle cose di marmo, vedrà che egli con ogni diligen,za, piú per piacere che per alcun prezzo, ha esercitato queste arti, che e vivo e morto lo terranno appresso a i begli ingegni di continuo in perpetua venerazione. Si è medesimamente dilettato delle cose di poesia, et è stato non meno vago di poeteggiare cantando, che di fare statue co' mazzuoli e con gli scarpelli lavorando, onde gli diamo lode egualmente in tutte due le virtú.
     
      BACCIO DA MONTE LUPO
     
      Scultore
     
      Quanto manco pensano i popoli che gli straccurati delle stesse arti che e' voglion fare, possino quelle già mai condurre ad alcuna perfezzione, tanto piú contra il giudizio di molti imparò Baccio da Monte Lupo l'arte della scultura.
      E questo gli avvenne perché nella sua giovanezza sviato da' piaceri quasi mai non istudiava; et ancora che da molti sgridato e sollecitato, nulla o poco stimava l'arte.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





Baccio Monte Lupo