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      Mentre ch'egli lavorava un quadro di un San Girolamo in penitenzia per la madre del re, venne un giorno una man di lettere infra molte che prima gli eron venute, mandate dalla Lucrezia sua donna, rimasa in Fiorenza sconsolata per la partita sua; et ancora che non li mancassi e che Andrea avessi mandato danari e dato commissione che si murassi una casa dietro alla Nunziata, con darle speranza di tornare ogni dí, non potendo ella aiutare i suoi come faceva prima, scrisse con molta amaritudine a Andrea, e mostrandoli quanto era lontano, e che ancora che le sue lettere dicessino ch'egli stessi bene non però restava mai di affligersi e piagnere continuamente. Et avendo accomodato parole dolcissime, atte a sollevar la natura di quel povero uomo, che l'amava purtroppo, cercava sempre ricordarli alcune cose molto accorabili, talché fece quel pover uomo mezzo uscir di sé nello udire che, se non tornava, la troverebbe morta. Laonde intenerito, ricominciato a percuotere il martello, elesse piú tosto la miseria de la vita, che l'utile e la gloria e la fama de l'arte. E perché in quel tempo egli si trovava pure avere avanzato qualcosa, e di vestimenti donatili dal
      re e d'altri baroni di corte, et essere molto adorno gli pareva mille anni una ora di ritornare, per farsi alla sua donna vedere. Laonde chiese licenzia al re per andare a Fiorenza et accomodare le sue faccende e cercare di condurre la moglie in Francia, promettendoli che porterebbe ancora alla tornata sua pitture, sculture et altre cose belle di quel paese.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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