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      Restò dopo la sua morte erede de' disegni e delle cose dell'arte Domenico Conti, il quale come desideroso di dargli quelli onori che meritava dopo la morte, operò con la cortesia di Raffaello da Monte Lupo, ch'egli facesse uno quadro assai ornato di marmo, che nella chiesa de' Servi fu murato in un pilastro, con questo epitaffio fatto da il litteratissimo Pier Vittori allora giovane: ,
      ANDREAE SARTIOADMIRABILIS INGENII PICTORI AC VETE-
      RIBVS ILLIS OMNIVM IVDICIOCOMPARANDO.
      DOMINICVS CONTES DISCIPVLVS PRO LA-
      BORIBVS IN SE INSTITVENDO SVSCEPTISGRATO ANIMO POSVIT.
      VIXIT AN XLII. OB A MDXXX.
     
      Advenne che alcuni cittadini operai, piú tosto ignoranti che nimici delle memorie onorate, operarono che quel luogo fussi vacuo, allegando essere statovi messo senza licenzia, cosí fu tolto via, né ancora è stato rimurato. Volendo forse la fortuna mostrarci che non solo gl'influssi de' fati possono in vita, ma ancora nelle memorie dopo la morte, ancora che a dispetto suo siano per vivere e l'opere sue e questi miei scritti qualche tempo per tenerne memoria. Basta che s'egli fu d'animo basso nelle azzioni della vita, cercando contentarsi, piacendoli il comerzio delle donne, egli per questo non è che nell'arte non fussi e d'ingegno elevato e speditissimo e pratico in ogni lavoro; avendo con le opere sue, oltra l'ornamento ch'elle fanno a' luoghi dove elle sono, fatto grandissimo giovamento a' suoi artefici nella maniera, nel disegno e nel colorito, con manco errori ch'altro pittore fiorentino, per avere inteso benissimo l'ombre et i lumi e lo sfuggire le cose nelli scuri, dipinte con una dolcezza molto viva, oltra lo aver mostro il modo de 'l lavorare in fresco, con quella unione e senza ritoccar troppo a secco che fa parere fatto l'opera sua tutta in un medesmo giorno.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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