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      Ma essendo vivi ciascuno di questi, e lavorando felicemente, non mi accade piú ragionarne; e però ritornando a' Dossi, dico che e' condussero a fine una delle dette stanze della Imperiale, la quale fu poi gittata in terra, per non piacere al duca e rifatta da gli altri maestri che erano quivi.
      A l'ultimo fecero in Faenza nel Duomo al Cavaliere de' Buosi una bellissima tavola d'un Cristo che disputa nel tempio, nella quale veramente vinsero se stessi, per la maniera nuova che usarono in quella. Finalmente divenuto Dosso già vecchio e non molto lavorando, ebbe continuo dal Duca Alfonso emolumento e provvisione; benché egli per un male che gli venne indebilito, in breve tempo passò di questa vita. Rimase Batista suo fratello che vive ancora, il quale molte cose fece dopo la morte di Dosso, mantenendosi in buono stato. Fu sepellito Dosso in Ferrara patria sua. E la principalissima laude sua fu il dipignere bene i paesi. Fu in questi tempi medesimi il Bernazzano Mi,lanese eccellentissimo per fare paesi et erbe et animali, cosí terrestri, come volatili et acquatici; non diede molto opera alle figure, e come quello che si trovava imperfetto, fece compagnia con Cesare da Sesto, che le faceva molto bene e di buona maniera. Dicesi che il Bernazzano fece in un cortile a fresco certi paesi molto belli e tanto bene imitati, che essendovi dipinto un fragoleto pieno di fragole e mature et acerbe e fiorite, alcuni pavoni ingannati dalla falsa apparenzia di quelle, tanto spesso tornarono a beccarle, che bucarono la calcina dello intonaco.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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