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      Dove condottosi, trovò alcuni amici suoi che lo favorirono, e particularmente M Tomaso Cambi, mercante fiorentino, delle antiquità de' marmi e delle pitture molto amatore, che lo accomodò di stanze e di tutto il bisogno suo. Laonde praticarono ch'egli facesse in Monte Oliveto la tavola de' Magi, che e' dipinse a olio alla cappella di M Antonello Vescovo di non so che luogo, et ancora in Santo Aniello fece a olio una tavola con la Nostra Donna e San Paulo e San Gio Batista, e per tutta quella città a questo signore et a quello fece infiniti ritratti di naturale e ad altre persone medesimamente. E perché egli con miseria vivendo, cercava di avanzare qualche cosa, sendo già condotto in vecchiezza, dopo non molto tempo se ne ritornò a Roma. Là dove alcuni amici suoi, che intesero come egli aveva avanzato qualche scudo, gli persuasero che per governo della propria vita, dovesse tor moglie. E cosí egli, che si credette far be,ne, tanto si lasciò aggirare, che da quei per comodità loro gli fu posta a canto per moglie una puttana che essi tenevano; e sposata che l'ebbe, gliela misero seco nel letto a dormire. Onde scopertasi la cosa, n'ebbe il vecchio tanto dolore, per lo scorno e per la vergogna, che in termine di poche settimane se ne morí di età di anni LXIX.
      Restami ora a far memoria di Innocenzio da Imola, il quale stette molti anni a Fiorenza con Mariotto Albertinelli e, ritornato in Imola, vi fece molte opere. Avenne che il Conte Gio Batista Bentivogli, passando da Imola, gli persuase che volesse andare a stare a Bologna; per il che in quella condotto, contrafeceli un quadro di Raffaello da Urbino, già fatto al Signor Lionello da Carpi, e fece ancora a San Michele in Bosco a' frati di Monte Oliveto fuor di Bologna, il capitolo de' frati lavorato in fresco, dentrovi la Morte di Nostra Donna e la Resurressione di Cristo; la quale opera con grandissima diligenza e pulitezza fu condotta da Innocenzio.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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