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      Poi fece un quadro con un San Paolo per l'Albio, medico parmigiano, con un paese e molte figure, che fu stimato cosa rarissima. Et un altro ne fece ad un sellaio suo amico, bellissimo fuor di modo, dove era una Madonna dipinta, volta per fianco con bella attitudine, e parecchie altre figure. Dipinse al Conte Georgio Manzuoli un quadro e due tele a guazzo per Maestro Luca da i Leuti, con certe figurette di bellissima maniera.
      Aveva Francesco in questo tempo un suo servitore che si chiamava Antonio da Trento, che intagliava; il , quale una matina, essendo in letto Francesco, gli tolse la chiave del forzieri e lo aperse e gli furò tutte le stampe di rame e di legno e quanti disegni vi avea, et andossene col diavolo. Né mai piú se ne seppe nuova. Riebbe Francesco le stampe, che colui lassò appresso un suo amico in Bologna, con animo di riaverle forse col tempo, ma i disegni non mai, per il che restò mezzo disperato. Pur tornato a dipignere, fece un ritratto d'un conte bolognese, di colorito e di vaghezza molto bene lavorato. E poco dopo questo fece un quadro di Nostra Donna in casa M Dionigi de' Gianni, con un Cristo che tiene una palla di mappamondo, cosa veramente bellissima. E fra l'altre cose che belle vi sono, è una aria di Nostra Donna fatta con grave maniera, e cosí il putto che è bellissimo. Oltra che egli sempre ne gli occhi de' putti e nelle arie loro accordava una certa capresteria di vivacità, che fa conoscere gli spiriti acuti e maliziosi, che bene spesso sogliono vedersi nella vivezza de' putti.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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