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      Diede in questo medesimo tempo il disegno della vigna e palazzo di M Baldassarre da Pescia, e dentro a quello fece condurre di pittura e di stucchi la sala e la stufa e lavorare una loggia di stucchi bianchi. La quale opera è certo tanto bella, varia et aggraziata, che miracolo e stupore è a vederla. Si divise in questo tempo Giulio da Giovan Francesco, come quello che voleva l'opere proprie condurre a modo suo. Fece per Roma diverse cose d'architettura a diverse persone, come il disegno della casa de gli Alberini in Banchi, il quale disegnò Giulio per ordine di Raffaello, e cosí quello del palazzo che si vede su la piazza della Dogana, che nel vero è cosa bellissima. Ordinò su un canto al Macello de' Corbi la casa sua, la quale ha bel principio e vario, ancora che sia poca. Era questo ingegno tanto celebrato di nome e di grado, che la sua fama e dolcezza di natura fu cagione che, sendo per suoi bisogni capitato a Roma Federigo Gonzaga, primo Duca di Mantova, amicissimo di Messer Pietro Aretino, et egli domestico di Giulio, in tanta grazia lo raccolse per essere amatore delle virtú, che non cessò di accarezzarlo, sí che lo condusse in Mantova a' suoi servigi. Quivi dimorando, non dopo molto tempo, diede principio alla fabbrica et al bel palazzo , del T. fuor della porta di San Sebastiano, la quale opera, per non esservi pietre vive, fece di mattoni e di pietre cotte lavorate, con colonne, base, capitegli, cornici, porte e finestre, con bellissime proporzioni e stravagante maniera di adornamenti di volte, spartimenti, con ricetti, sale, camere et anticamere divinissime.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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