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      Poté l'amore di Michele Agnolo e la fatica insieme in questa opera tanto, che quivi quello che in altra opera piú non fece lasciò il suo nome scritto a traverso una cintola che il petto della Nostra Donna soccigne, come di cosa nella quale e sodisfatto e compiaciuto s'era per se medesimo. E che è veramente tale che, come a vera figura e vi,va, disse un bellissimo spirito:
     
      Bellezza et onestateE doglia e pièta in vivo marmo morte,
      Deh, come voi pur fate,
      Non piangete sí forte,
      Che anzi tempo risveglisi da morte,
      E pur, mal grado suo,
      Nostro Signore e tuoSposo, figliuolo e padre
      Unica sposa sua figliuola e madre.
     
      Laonde egli n'acquistò grandissima fama. E se bene alcuni, anzi goffi che no, dicono che egli abbia fatto la Nostra Donna troppo giovane, non s'accorgono e non sanno eglino che le persone vergini senza essere contaminate si mantengono e conservano l'aria de 'l viso loro gran tempo, senza alcuna macchia, e che gli afflitti come fu Cristo fanno il contrario? Onde tal cosa accrebbe assai piú gloria e fama alla virtú sua che tutte l'altre dinanzi.
      Gli fu scritto di Fiorenza d'alcuni amici suoi che venisse, perché non era fuor di proposito che di quel marmo ch'era nell'opera guasto, egli, come già n'ebbe volontà ne cavasse una figura, il quale marmo Pier Soderini, già Gonfaloniere in quella città, ragionò di dare a Lionardo da Vinci: et era di nove braccia bellissimo, nel quale per mala sorte un maestro Simone da Fiesole aveva cominciato un gigante. E sí mal concia era quella opera, che lo aveva bucato fra le gambe e tutto mal condotto e storpiato, di modo che gli operai di Santa Maria del Fiore, che sopra tal cosa erano, senza curar di finirlo, per morto l'avevano posto in abbandono e già molti anni era cosí stato et era tuttavia per istare.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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