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      Cosí egli in breve tempo due figure di marmo finí, le quali in detta sepoltura pose, che mettono il Moisè in mezzo; e bozzato ancora in casa sua, quattro figure in un marmo, nelle quali è un Cristo deposto di croce; la quale opera può pensarsi, che se da lui finita al mondo restasse, ogni altra opra sua da quella superata sarebbe per la difficultà del cavar di quel sasso tante cose perfette.
      Nelle azzioni di Michele Agnolo s'è sempre veduto religione, et in questo ultimo esemplo mirabile, ha fuggito il commerzio della corte quanto ha potuto; e solo domestichezza tenuto con quegli che o per le sue faccende hanno avuto bisogno di lui, o per termini di virtú veduti in loro è stato astretto amarli. A' parenti suoi ha sempre porto aiuto onestamente, ma non s'ha curato d'avergli intorno. S'è ancora curato molto poco avere per casa artefici del mestiero, e tuttavia in quel ch'ha potuto ha giovato ad ognuno. Truovasi che non ha mai biasmato l'opere altrui, se egli prima non è stato o morso o percosso. Ha fatto per principi e privati molti disegni d'architettura, come nella chiesa di San,ta Apollonia di Fiorenza, per avervi monaca una nipote, e cosí il disegno del Campidoglio, et a Luigi del Riccio suo domestico la sepoltura di Cecchino Bracci, e quella di Zanobi Montaguto disegnò egli perché Urbino le facesse. Garzoni pochi del mestiero ha tenuti; solo tenne un Pietro Urbano pistolese et Antonio Mini fiorentino, la partita del quale molto gli dolse, quando per capriccio se n'andò in Francia; tuttavia remunerò molto i suoi servigi donandogli que' disegni ch'io dissi di sopra, e la Leda, che aveva dipinta, la quale è oggi appresso il Re di Francia, e due casse di modegli lavorati di cera e di terra, i quali si smarrirono nella morte di lui in Francia.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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