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      Avvenga che per il poco sapere che io ho
      , non ne riporti ancora quella palma che ho sempre cercata con ogni industria e sommamente desiderata, et a la qual forse sarei venuto, se io fussi tanto felice nello operare quanto ardente al considerarla, e volonteroso a lo esercitarmi. Ma per venire alfine oramai di sí lungo ragionamento, io ho scritto come pittore, e nella lingua che io parlo, senza altrimenti considerare se ella si è fiorentina o toscana, e se molti vocaboli delle nostre arti, seminati per tutta l'opera, possono usarsi sicuramente, tirandomi a servirmi di loro il bisogno di essere inteso da' miei artefici, piú che la voglia di esser lodato. Molto me,no ho curato ancora l'ordine comune della ortografia, senza cercare altrimenti se la Z è da piú che il T, o se si puote scriver senza H, perché, rimessomene da principio in persona giudiziosa e degna di onore, come a cosa amata da me e che mi ama singularmente, le diedi in cura tutta questa opera, con libertà e piena et intera di guidarla a suo piacimento; purché i sensi non si alterassino et il contenuto delle parole, ancora che forse male intessuto, non si mutasse. Di che (per quanto io conosco) non ho già cagione di pentirmi, non essendo massimamente lo intento mio lo insegnare scriver toscano, ma la vita e l'opere solamente degli artefici che ho descritti. Pigliate dunche quel ch'io vi dono, e non cercate quel ch'io non posso, promettendovi pur da me fra non molto tempo una aggiunta di molte cose appartenenti a questo volume, con le vite di que' che vivono e son tanto avanti con gli anni, che mal si puote oramai aspettar da loro, molte piú opere che le fatte.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014