Pagina (80/131)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Voi li chiamate traditori! E non vi sovviene dei doni gratuiti da loro fatti, non delle loro mani unite alle vostre in Polcevera, in Bisagno, in questa scena stessa della travagliata Genova, che felice e libera sarà, quando non sarà divisa e parteggiante! Voi li accusate di avere intelligenza coll’Austria! Badate a quel che dite. Voltate gli occhi, ed osservate là nei feudi imperiali, presentemente ingombrati da soldati austriaci, aguzzate la vista ed osservate fumare le proprietà dei nobili genovesi con maggiore furore di ogni altra incenerita da quegli uomini tedeschi. Venite, e prestate ora l’orecchio ad una fama vera, e sentirete, come la regina d’Ungheria abbia confiscato i capitali cantati ne’ suoi Stati, e che ai nobili genovesi appartengono. Queste sono le primizie d’Austria verso i nobili, che voi ora perseguitate, questi gli allettamenti, queste le carezze. Orsù, tornate in voi medesimi ed in calma vi rimettete, posciachè i divini oracoli hanno pronunziato, che i regni divisi periscano; tornate e calmatevi, che nè la nobiltà v’inganna, amante com’ella è al pari di voi di questa nobile patria, nè io parole vi recherei, in ciò credo che mi conosciate, da parte di chi a voi infenso ed amico del nemico fosse.»
      Così parlava Lomellini per ridurre alla ragione la gente mentecatta. Alle affettuose parole del patrizio, che era grato al popolo per essersi con ardore e con fede adoperato per la causa della patria, alcuni si rimettevano della loro ferocia; ma il furore dei più non si calmava.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Balilla
La cacciata degli austriaci da Genova (1746)
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1865 pagine 131

   





Polcevera Bisagno Genova Austria Ungheria Stati Austria Lomellini