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      Non sofferendogli l’animo ad un tal pensiero, e dal proprio coraggio sospinto, toglieva arditamente di mano ad un alfiere una bandiera, e si slanciava innanzi per piantarla proprio sull’orlo delle fatali trincere. Così precedeva Bellisle a Bonaparte, che, ai 17 novembre 1796, rinnovava il forte esempio nel Veneto, al ponte d’Arcole, quantunque con più lieto successo che non il suo predecessore. Soldati ed ufficiali lo seguitarono per punto d’onore. Accanitissima zuffa si accalorò allora d’attorno all’onorato segno. Invano gli stessi ufficiali di Piemonte, ammirati a tanto valore del capitano francese, lo supplicavano a ritirarsi da quel certo pericolo. Stette fermo, chiamando e richiamando i suoi alla pugna, finchè, ferito di baionetta in un braccio nell’atto stesso che piantava la bandiera, e poi da due archibugiate, l’una nel petto l’altra nella testa, cadde morto sul campo. Al cadere del prode generale, scoraggiatisi, i soldati di Francia si diedero precipitosamente a fuggire, rimanendo a Bricherasco e ai suoi strenui compagni la vittoria.
      Il numero dei morti, feriti e prigionieri nella parte perdente passò i cinquemila, compresi trecento e più ufficiali uccisi. Da lungo tempo fra le nobili e più ricche famiglie di Francia non era stato tanto lutto per parenti od amici morti in battaglie. Più di seicento feriti, lasciati lungo le strade per mancanza di trasporto, furono raccomandati al Bricherasco. Nel campo vennero trovate tre bandiere, le quali furono anzichè a Torino recate a Vienna.


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Balilla
La cacciata degli austriaci da Genova (1746)
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1865 pagine 131

   





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