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      La generale commozione era sì grande, sì profonda, sì vera, che ogni ciglio versava lagrime di arcana indicibile contentezza.
      Dal 1847 in poi, il glorioso anniversario della grande sconfitta austriaca è con più o meno pompa religiosamente celebrato in Genova ogni anno nel decretato giorno 10 dicembre. Il popolo sempre vi accorre numeroso: è dessa una sua festa, una sua gloria. — Ormai anco altri fratelli di Italia vi prendono parte, sciolgono coi Genovesi un voto che, se fu fatto dalla Repubblica, è voto nazionale, voto di tutta la generosa Penisola. — Iddio conservi sempre ai popoli le loro feste.
     
      Oltre alla pietra che in strada di Portoria copre la fossa ove sfondò l’avventuroso mortaio e addita l’epoca in cui il sasso scagliato dal Balilla produsse quella popolare rivolta che abbiamo descritta, santificando nel cuore d’ogni buon Italiano le caldissime parole del giovinetto del popolo, venne eretto nella vicina piazza dell’Ospedale di Pammatone un monumento rappresentante il Balilla in atto che lancia la pietra. Quel monumento fu dono della città di Torino, alla quale Genova, in attestato di sentita gratitudine, fece alla sua volta presente della statua di Pietro Micca, il semplice soldato minatore, nato pur dal popolo in Andorno Sagliano, il quale, col sacrificio della propria vita, il 30 agosto 1706, faceva salva Torino.
      Balilla e Micca; ecco i due liberatori del secolo decimottavo(4).
     
      NOTE
      (1) Andava la genuina sette franchi con qualche soldo di più.
      (2) Nave alla foggia di quelle dei corsari.


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Balilla
La cacciata degli austriaci da Genova (1746)
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1865 pagine 131

   





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