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      Essi tosto curarono di porre qualche ordine nell'impeto delle moltitudini, creando molti capi-squadre che guidassero i cittadini al fuoco, creando pure tre commissioni, una che sopravvedesse l'ordinamento e il servizio delle guardie nazionali, l'altra che facesse incetta d'armi, la terza che attendesse ad afforzare le mura e a piantare serraglie, secondo la necessità dei luoghi. Inoltre mandarono esploratori a spiare le mosse del nemico, e uomini autorevoli che chiamassero all'armi le campagne, e s'abboccassero coi fuorusciti, coi Bergamaschi e coi Riveriani del Mincio e del Po. Le 130 mila lire che la città aveva raccolte per saziare l'ingordigia d'Haynau, furono assegnate al Comitato di difesa, perché le erogasse a pro' della patria. "E anche questo pareva ottimo augurio; che la taglia della tirannide servisse a ricomperare la libertà(4)."
      Nella notte del 23 al 24, prendeva le redini del Municipio il Sangervasio; imperocchè, il Saleri, ritornando dall'ufficio alla propria casa, inciampò inavvertitamente in istrada e cadde, riportandone una contusione che lo tenne obbligato a letto. Quest'avvenimento e le disgrazie di famiglia già enunciate, riducevano quest'ottimo cittadino a rinunciare definitivamente alla sua carica.
      Il giorno 24 passò tra timori e speranze, essendo l'animo di tutti vôlto alle novelle che si aspettavano dal Ticino. Il Leshke due volte riprese il bombardamento; la prima in sull'alba, per dar agio a' suoi messi di passare col favore del disordine attraverso i posti bresciani, la seconda poco oltre il mezzodì; ma l'una volta e l'altra molto debolmente; perchè anche gli Austriaci stavano con timore ed ansietà grandissima attendendo avvisi dal campo.


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Il martirio di Brescia.
Narrazione documentata
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 125

   





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