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      Le altre condizioni erano che si togliessero le barricate e si smurassero le porte; che niun cittadino uscisse armato o armato si affacciasse alle finestre; che quelle case da cui fosse partito un colpo sarebbero state rase; che sei ostaggi fra i principali della cittą rispondessero vita per vita dei prigionieri austriaci. Degli ostaggi non occorsero altre parole, avendo il Municipio, quando gią i nemici di fronte alla loggia apprestavano le scale e le fiaccole, accettato gli altri patti dell'Haynau e resi i prigionieri.
      Le condizioni della resa furono gridate per tutta la cittą; e vennero mandati parecchi cittadini bene accetti al popolo a divulgare la capitolazione e a predicare la pazienza e la prudenza. Quasi tutte le case ed i campanili misero subito fuori bandiera bianca; molte barricate furono disfatte; e molti cittadini, gettato in terra lo schioppo, corsero al Municipio, agli spedali ed agli incendi, offrendosi a servire la patria caduta ed umiliata, come l'avevano servita libera e gloriosa. Ma ai macellai sapeva amaro il cedere; questi, ridottisi tra porta Pile e porta san Giovanni, sostennero fino a notte una valida difesa; il che fu cagione di saccheggio e rovina, non solo a quella parte di cittą, ma ad altri luoghi, dove pure ogni contrasto era del tutto cessato. I soldati chiedevano, come premio lungamente promesso, saccheggi e carnificine; e l'Haynau glieli concedeva; e moltissimi uffiziali volontieri avrebbero tenuto loro il sacco.
     
     
      IV
     
      Le torme austriache si sguinzagliarono subito dopo la resa per le piazze e per le vie, gridando con efferata gioia: Viva l'imperatore, viva Radetzky, viva Haynau!


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Il martirio di Brescia.
Narrazione documentata
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 125

   





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