Pagina (64/125)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il mattino della domenica di nuovo irruirono i soldati, e strappato pe' capegli giù dal letto il moribondo, sconciamente lo percossero, sicchè appena la madre con lagrime e con industria di blandimenti e di doni ottenne che nol finissero. Ma poco valse; perchè quanti soldati passavano per quella via come a data posta traevano a pascersi del doloroso spettacolo; ed ogni fiata erano nuove ferite all'agonizzante, e nuove trafitture al cuore della madre, la quale, nè per minacce, nè per l'abbandono di tutti i suoi, mai si mosse di là, supplendo cogli atti, quando le mancavano la voce e le lagrime, di pregare in misericordia pella vita del figliuolo. Così dieci volte vide la derelitta co' propri occhi l'assassinio del suo sangue, finchè un croato suggellò quel lungo spasimo, freddando con un colpo di grazia il corpo mutilato e malvivo presso il quale l'amore materno pregava e sperava ancora.
      Pietoso fatto fu anco quello della Piozzi, che, vecchia e inferma, trovossi di notte cacciata fuori da una sua villetta, ove ella viveva sui Ronchi, e tratta fra le imprecazioni e le minacce dei soldati, e obbligata a vedere dall'una parte l'incendio della città, e dall'altra parte la ruina della casa. Non è villanìa che non le facessero percuotendola e straziandola a diletto; e certo l'avrebbero uccisa, o lasciata morire di dolore e d'affanno in sulla nuda terra, se non erano alcuni contadini nei quali tanto potè la pietosa vista di quella canuta posta a sì indegno vituperio, che, fatto impeto d'improvviso, la tolsero di mano a' soldati e la condussero a salvamento in un seno più remoto di que' colli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il martirio di Brescia.
Narrazione documentata
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 125

   





Piozzi Ronchi