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      È poi iniqua la commissione, perchè il voto della nazione assolutamente contrario al di lei mandato. E ciò chiaro si appalesa dalla generale rivoluzione del passato anno, riprodotta non ha guari dai Bresciani colla più disperata resistenza, dimostrando in tal modo che fra essi e gli Austriaci non v'ha più transazione, ma che si tratta di vita o di morte; e si manifestò inoltre colla universale riprovazione che susseguì alla nomina della Commissione stessa.
      In vista di ciò, gli emigrati bresciani, interpreti del vero sentimento della nazione, e come i soli che possano liberamente esprimerlo,
      1.° Protestano altamente in faccia ai popoli d'ogni nazione contro l'operato qualsiasi della Commissione bresciana diretta a Vienna allo scopo di patteggiare vilmente coll'imperatore fanciullo Francesco Giuseppe I, per essere stata la Commissione istessa illegalmente costituita, e per essersi assunto un mandato contrario al voto della nazione;
      2.° Dichiarano e sostengono che la provincia di Brescia non perde punto del suo onore nazionale per il fatto illegale ed iniquo della Commissione stessa;
      3.° Manifestano la più sentita disapprovazione contro la Congregazione Provinciale, che per vigliacca condiscendenza agli aggressori della nostra patria si lasciò indurre alla nomina di quella Commissione;
      4.° Abbandonano all'esecrazione universale gli individui componenti la Commissione, per avere rinnegata la loro patria, cercando di stuprarne l'onore, che i loro concittadini resero sì bello col proprio sangue.


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Il martirio di Brescia.
Narrazione documentata
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 125

   





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