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      Malgrado ciò si scopersero ora diversi magazzini chiusi sotto chiave, con iscienza di questa municipalità, nei quali trovansi accumulate considerevoli quantità di monture e di effetti d'armatura d'ogni specie in parte già perfezionati, ed in parte ancora in materiali, non solo di ragione dell'Austria, ma anche di altre potenze estere.
      Questo accumulamento di sì rilevante numero di forniture militari, che per essere durato quattro mesi, deve dirsi operato a disegno, è tanto più inescusabile e colpevole, in quanto che partì dalla prima autorità della città, alla quale non essendo ignota l'esistenza dei suddetti magazzini, correva già obbligo per suo dovere d'ufficio di farne la notificazione, e la consegna anche senza il preciso avviso di sopra enunciato.
      La sleale occultazione di tanta ragguardevole quantità di monture ed effetti di armatura austriaca tolta all'I. R. militare non poteva essere ignota neppure agli abitanti della città, il che non fa che confermare di nuovo lo spirito ostile, in cui questa stessa città continuamente persiste. Anche lo scoprimento di fucili carichi nascosti appartenenti alle truppe austriache verificatosi in occasione dell'incendio non è guari quivi scoppiato, è un'altra prova della cattiva disposizione di questi abitanti.
      Tali fatti, e la conservazione dei magazzini ripieni di effetti militari non fanno fede di sentimenti leali e di pacifiche tendenze, e non possono trovare spiegazione se non se nella speranza che si nutre di rimettere all'occasione gli effetti medesimi ai nemici dell'Austria.


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Il martirio di Brescia.
Narrazione documentata
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 125

   





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