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      Le nostre truppe fecero a poco a poco progressi, poichè non si poteva avanzare che di posto in posto, essendo la forza disponibile troppo poca per una città così estesa, e colle contrade così strette. A poco a poco mediante assalti di fianco furono prese ed occupate le porte s. Alessandro, s. Nazaro, e finalmente in sulla sera anche la porta s. Giovanni, e in quella misura sgombrata la città dagl'insorgenti che in maggior parte tentarono fuggire per le mura. Essi furono serrati nell'angolo tra s. Giovanni, e porta Pile. A quattro ore dopo mezzogiorno entrava in città un battaglione di confinali del Banato ed una batteria di mortai che io aveva fatto pervenire il primo da Verona, la seconda da Mantova.
      Il suddetto battaglione venne tosto impiegato a sollecitare la resa della città, e siccome la resistenza dei ribelli a poco a poco cedeva, così le nostre truppe a 6 ore pomeridiane erano già in possesso della città non solo, ma avevano anche ristabilita la quiete.
      La nostra perdita in questo ostinato e micidiale combattimento che durò dalle 4 pomeridiane del 31 marzo fino a cinque ore dopo mezzogiorno del 1.° aprile fu considerevole. Non posso per ora spedire un quadro preciso e particolareggiato, però debbo umilmente annunciare che il generale Nugent è stato ferito alla noce del piede in modo che gli si dovette farne l'amputazione; che il colonnello conte Favancourt comandante in sua vece alla testa delle sue truppe ebbe una palla attraverso il petto e morì poco dopo; che il tenente colonnello Milez, dello stesso reggimento Baden, cadde gravemente ferito e dagli insorgenti poscia massacrato, e la sua salma mutilata.


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Il martirio di Brescia.
Narrazione documentata
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 125

   





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