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      La gioventł italiana, leggendo queste pagine, troverą esempi di grandi virtł; essa, compresa d'ammirazione e d'entusiasmo, farą un voto di imitarli, preparando l'anima ed il braccio ai novelli cimenti della suprema battaglia.
     
      Felice Venosta.
      La morte loro accese nei superstiti pił vivo l'amore di libertą.
      Anonimo.
     
      I
     
      Il sabbato 18 marzo 1848, un popolo inerme sorgeva concorde, col santissimo nome di patria in sulle labbra, contro lo straniero oppressore. Era quello il popolo di Milano, il quale con solenni dimostrazioni aveva gią fatto conoscere al tiranno, che l'opprimeva, come la dignitą sua non avesse sbandita dal petto, come esso si accingesse a combatterlo, ove ai suoi giusti desideri non fosse fatta ragione.
      Quando al diritto d'un popolo si sovrappone il falso diritto dei desposti, quando la sacra ragione giace schiacciata dalla forza, allora la coscienza di quel popolo trova al suo grido forme solenni, nobilissime dimostrazioni, che, svelando al mondo l'isolamento della tirannide, ne preparano la caduta. E, da queste generose proteste mosse la rigenerazione italiana sin dalla seconda metą dell'anno 1846. Milano sopratutto, ricorda con giusto orgoglio quelle gigantesche dimostrazioni, che segnarono irrevocabilmente la condanna dell'oppressione straniera e che rimarranno indelebili nel sacro volume della Storia.
      La virtł del volere, spiegata di fronte alla brutale potenza delle baionette, il fermo proposito d'un popolo, consapevole del suo diritto e del suo finale trionfo, professato a viso scoperto, sotto gli occhi delle falangi nemiche, gridato all'orecchio dell'oppressore fu fatto mirabilissimo, infallibile foriero della nostra risurrezione.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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