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      Tuttavia le saggie disposizioni date dal De-Sonnaz, e il valore dei soldati riportarono dappertutto completa vittoria. La brigata Piemonte, 3.° e 4.° di linea, era la prima a misurarsi; essa spingeva il nemico, lo incalzava, lo proseguiva di collina in collina; la brigata Cuneo, 7.° e 8.° di linea, comechè a rilento a cagione del terreno accidentato, la imitava alla dritta. Pastrengo era preso d'assalto con un entusiasmo senza pari. Gli Austriaci, disloggiati, si riordinavano, e tentavano una vigorosa fazione sulla sinistra; e quel brusco attacco poteva forse cangiare le loro sorti, se tre squadroni di carabinieri non si fossero slanciati alla carica sulla collina, e non avessero colla forza irresistibile dell'esempio trascinata a sè la fanteria. Allora gli Austriaci, cinti da ogni lato, piegavano disordinatamente verso i ponti di barche stabiliti a Pescantina e a Pontone. Battevano le quattro pomeridiane; senza alcun pericolo si potevano inseguire i fuggenti, tagliare loro la ritirata, o farne per lo meno un numero grande prigionieri. Ma Carlo Alberto, che, da un'eminenza, aveva innanzi tutto assistito alla battaglia, e si era trovato quindi, a vero dire, ne' più perigliosi punti, non seppe trarre profitto dalla loro demoralizzazione, e si accontentò delle acquistate posizioni.
      La giornata di Pastrengo fu la prima battaglia campale, in cui gl'Italiani diedero saggio del loro valore e dell'intelligenza nell'eseguire le disposizioni del supremo generale.
      Tra le più note virtù che in quel dì si appalesarono, noteremo il capitano d'artiglieria Paolo Riccardi, che poneva in rotta un grosso corpo nemico, disponendo saggiamente e con molto ardimento i suoi cannoni; - il maggiore Alfonso Lamarmora, il quale alla testa di uno squadrone di lancieri e d'una mezza batteria a cavallo, infugava, sgominandola, prima una colonna di fanteria nemica poscia altra di cacciatori; - il capitano Delavenay, che con un piccolo drappello di granatieri savoiardi si avanzava arditamente contro una compagnia di Austriaci, che avevano sorpreso uno squadrone de' nostri, disposto in iscaglioni.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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