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      I casi della prima trovavano un eco sopra ogni labbro, sopra ogni pagina di giornale, e destavano un palpito di sublime fierezza entro ogni cuore italiano. Ma sollevando il pensiero all'altezza dei tempi progrediti, possiamo asserire che le vittorie riportate dai nostri sull'austriaco non valevano quelle apparentemente più modeste, che riportavano su loro medesimi, vogliam dire su quell'istinto naturale che ci spinge a lavare l'offesa colla vendetta. Mentre da una parte si sapevano i crudeli trattamenti a cui venivano sottoposti i nostri prigionieri, noi siamo lieti di contrapporre al quadro dolente due episodi, non unici, durante quella campagna.
      Nella battaglia appunto di Pastrengo i due eserciti erano travagliati da un'ardentissima sete. Ricacciati gli Austriaci dappertutto, alcuni dei nostri erano giunti a procacciarsi una secchia d'acqua, e vi stavano affollati intorno, avidissimi d'immergervi le riarse labbra. Ma una voce si sollevò: "Portiamola ai prigionieri." Tutti applaudirono al generoso invito, e gli Austriaci non tardarono ad essere i primi a spegnervi la sete. Il primo Bonaparte fu applaudito quando, salutando un convoglio di prigionieri, sclamava: Honneur au courage malheureux! Ma noi abbiamo ferma credenza che il fatto dei nostri si lasci di gran lunga addietro la vantata generosità del saluto e del detto dell'imperatore dei Francesi.
      In quella medesima fazione, ricercando alcuni dei nostri nella giberna d'un prigioniero, ed affrettandosi questo a dar di mano alla borsa per offrir loro alcune swanzighe, gli venne risposto: "Tienti il tuo danaro, noi non sappiamo che farne, vogliamo soltanto le cartucce.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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