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      Gli era per l'appunto ciò che il Nugent agognava; imperocchè appena ebbe sentore delle altrui mosse, tolse il campo, e per Castelfranco e Cittadella avviossi per a Vicenza.
      Durando era avvertito di quella subita partita a Mogliano; dirigeva immantinente su Mestre la sua avanguardia, comandata dal colonnello Gallieno, il quale nella sera del dì 19 giungeva per la strada ferrata in Vicenza co' suoi tre battaglioni. Il giorno di poi, al tocco, gli Austriaci si annunciavano a Lusiera col fumo degl'incendi. Un'ora di poi il fuoco di moschetteria era vivissimo sulla prima barricata fuori la porta di Santa Lucia; quindi, a porta Padova e a porta San Bortolo. Dopo cinque ore di combattimento che a noi valsero la perdita di dieci morti e settanta feriti, il nemico validamente respinto e inseguito, si ritirava sul suo corpo principale. Il giorno dopo giungeva il Durando col resto delle sue schiere. Lo avevano preceduto il generale Antonini colla sua legione, il colonnello Cavedalis con una provvista di munizioni, ed il Manin ed il Tommaseo espressamente venuti di Venezia.
      La guerra contro Vienna era sì santa; la inesperienza militare, il temerario eroismo, il valore frugavano siffattamente le vene e i polsi de' nostri a non farli tranquilli e lieti che nell'azione. Per acquietare tali brame, Durando permetteva all'Antonini di muovere ad una ricognizione. E più tardi egli stesso esciva per sostenerlo nella temeraria impresa colla colonna Galateo, le compagnie scelte degli Svizzeri, uno squadrone di dragoni e quattro pezzi d'artiglieria.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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