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      Il De Laugier riceveva frattanto un foglio da Bava, in cui era detto che un reggimento di cavalleria era in Goito, che due altri erano poco lontani con una batteria di campagna, e che un'intera divisione di fanteria con due batterie accampavano a Volta. Il generale spediva un aiutante per chiedere un sollecito soccorso, e gridava ai suoi: "Coraggio, figliuoli, costanza; i Piemontesi non sono lontani."
      Il vigore si riaccendeva; si operavano prove d'indicibile eroismo. Il colonnello Chigi aveva una mano tronca da un colpo di mitraglia; pur lieto sorrideva, e, agitando in alto il moncone sanguinoso; sclamava: Viva l'Italia! Il Campia pur era ferito; molti ufficiali e soldati giacevano alla rinfusa morti o semivivi al suolo.
      Battute le ali, battuto il centro, non giungendo soccorso veruno, era mestieri sgombrare il terreno. Senza riserve, senza artiglierie numerose, che valessero a tenere in distanza il nemico, era impossibile eseguire con ordine la ritirata. Le discipline erano infrante; le voci dei capi non venivano pił udite. Ognuno, per naturale istinto di vita, cercava uno scampo. Il disordine e lo scompiglio erano da non dirsi.
      Il capitano Malenchini giungeva fortunatamente a rannodare i suoi bersaglieri e qualche altro dei volontari, e teneva in rispetto l'irrompente nemico, il quale intendeva di tagliare la ritirata dalle Grazie.
      Il professore Giuseppe Montanelli colle parole e cogli atti infiammava i compagni; e intanto che pietoso dava l'ultimo bacio di affetto ad un giovine amico, caduto morto a' suoi piedi, una palla lo feriva nella clavicola e cadeva.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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