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      E scriveva appunto in que' momenti di ozio una lettera al Pierotti, in cui, fra altro, così diceva: "Se mi sono prestato e mi seguito a prestare per le fortificazioni, lo faccio colla paga solita cha passano a' comuni, e ho rifiutato l'aumento, non dovendo esser lo scopo d'un buon figlio d'Italia l'interesse, ma sì vero la buona volontà d'occuparsi pel felice esito della santa causa per cui siamo mossi. Pur troppo si va dicendo che parecchi di noi stanno qua per speculazione, non già io e la maggior parte." E in questa medesima lettera proponevasi di disegnare la chiesa e il posto delle Grazie, sicchè dimandava seste e righe e occorrenze da disegno. Ei lasciava subitamente l'ospedale ambulante per trovarsi alla già preveduta zuffa. Era appunto sui parapetti di Montanara, quando il furiere della sua compagnia, Leopoldo Pierotti, dicevagli: "Smetti, Liberato, oramai sono buone quattr'ore che fai fuoco. - È il mio dovere, rispondeva, dammi un solo bicchier d'acqua, che ho arsa la gola." Andava subito l'amico, ma ritornato, una palla coglieva in fronte il Molli, il quale spirò sul suo parapetto.
     
      Paolo Caselli, nacque a Firenze nei primi del 1831. Mentre a Curtatone ferveva la pugna, gli ufficiali della compagnia, a cui apparteneva, dissero animosamente: "Giovanotti, chi di voi ha audacia e valore lo mostri: deggionsi portare le cariche a' nostri posti avanzati, che già cominciano a difettarne." E Caselli, presane buona quantità, arditamente si spinse innanzi. Ma più non tornò fra' suoi, e veduto il bisogno pugnò nell'antiguardo e perì da forte.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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