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      Nella battaglia del 29 in Montanara fu ferito da due palle di moschetto alla spalla sinistra, e caduto come estinto fu presso ad esser seppellito co' morti. Per sorte un uffiziale austriaco, vedutolo dar segni di vita, lo fece trasportare in Mantova, quando aveva gią quasi vuote le vene di sangue: pur tuttavolta riebbesi nello spedale, mercč le cure dei medici e di persone che le rare sue doti gli amicarono ben presto. Intanto scriveva al padre pił volte, nč mai ebbe risposta, per sinistro invio di lettere. Fu annunziato nella lista dei prigionieri gią morti; e come tale fu tenuto per un mese all'incirca. Pienza, terra ove erasi accasata la famiglia Newton, ne piangeva dolorosissimamente la perdita, e con solenne funebre pompa ne ricordava la cara memoria; ed egli intanto stava a confortare caramente il suo compagno di prigionia e d'infermitą Raffaele Zei, il quale gli offriva come segno di affetto e di ultimo addio il proprio oriuolo, e Alfredo ricusando, quegli soggiungeva: "Tienlo, ti farą comodo: tu non hai un soldo: io poche ore ho da vivere."
      Dopo alquanto tempo finalmente vennero certissime novelle che Alfredo era ancor vivo. Il padre, che di quella perdita era desolatissimo, si mosse per le poste alla volta di Mantova per condurlo via. La nuova frattanto giunse ancora in Pienza, i cui cittadini trasecolarono come di cosa che non pareva credibile. Riavutisi dallo stupore i Pientini festeggiarono con pubbliche dimostrazioni d'esultanza e con rendimento di grazie all'Altissimo il fausto annunzio.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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