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      Il de Sonnaz ingiunse allora di tornare indietro e di attaccare di bel nuovo il nemico. Il comando era eseguito coll'impeto primo; le menti, come nella notte, erano ebbre di vendetta e di sangue. Ma il tentativo non rispondeva al pensiero, e procacciava altre inutili morti. Anche una volta, ei convenne avviarsi verso la pianura, pur senza disordine e protetti dalla cavalleria. Gli Austriaci, ringalluzziti dalla vittoria, cercavano di turbare la ritirata, e dissennatamente prorompevano a slascio. I cavalieri di Savoia e di Genova, attelati presso Cerlungo, davano di sprone ed accorrevano a lancia spianata. Gli ulani s'incrociavano con essi, non reggevano all'urto e s'infugavano dopo aver lasciato sul terreno una trentina di cadaveri. E peggiore sventura toccavano nella corsa precipitata; lo sgomento non fece loro osservare che passavano a tiro delle nostre batterie; d'un tratto si disegnava una linea di fuoco per entro una nube di fumo; una salve di mitraglia lanciava la morte su quella spessa colonna d'uomini e di cavalli.
      Il paesello di Volta Mantovana sarà celebre per l'ostinata impresa del dì 26 luglio, in cui un pugno di prodi per ben due volte attaccava in sì forte posizione un numero stragrande di Austriaci.
      Alla notizia della rotta di Custoza e di Volta lo scoramento si fe' generale. Il rappresentante del governo provvisorio di Milano vigliaccamente partì. Con esso disparvero i commissari di guerra, l'imprenditore delle somministrazioni, i vettovaglieri, lo steccato dei buoi aperto e il bestiame rubato e condotto via.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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