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      Il giorno dopo Paolo faceva le valige, e la Principessa, inginocchiata dinanzi al vecchio baule sgangherato, l'aiutava ad assestavi le poche robe, i libri, le carte di musica sulle quali ella avea scarabocchiato il suo nome, in quei giorni là. - Quei panni glieli aveva visti indosso tante volte! - una cosa copriva l'altra, e stringeva il cuore il vederle scomparire coś, una alla volta. Paolo le porgeva ad uno ad uno i panni che andava a prendere dal cassettone o dall'armadio; ella li guardava un momento, li voltava e rivoltava, poi li riponeva per bene, senza che facessero una piega, fra le calze e i fazzoletti; non dicevano molte parole, e mostravano d'aver fretta. La ragazza avea messo da banda un vecchio calendario sul quale Paolo soleva fare delle annotazioni. - Questo me lo lascerai? - gli disse. Ei fece cenno di ś senza voltarsi.
      Quando il baule fu pieno rimanevano ancora qua e là, su per le seggiole e il portamantelli, dei panni logori e il vecchio soprabito. - A quella roba penseṛ domani, - disse Paolo; la ragazza premeva sul coperchio col ginocchio mentre egli affibbiava le corregge; poi anḍ a raccogliere il velo e l'ombrellino che aveva lasciati sul letto e si mise a sedere sulla sponda tristamente. Le pareti erano nude e tristi; nella camera non rimaneva altro che quella gran cassa, e Paolo il quale andava e venia, frugando nei cassetti, e raccogliendo in un gran fagotto le altre robe.
      La sera andarono a spasso l'ultima volta. Ella gli si appoggiava al braccio timidamente, quasi l'amante cominciasse a diventare un estraneo per lei.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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