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      - Oibò! -
      Assanti rimase zitto un istante, di faccia al sorriso mordente della Dal Colle; poi riprese, cambiando tono e maniere, e facendosi improvvisamente serio. - Orsù, bisogna fare qualche cosa perché prestiate fede a quel che vi dico. Bisogna provocare Ciriani e rendermi ridicolo completamente.
      - Guardatevene bene! - diss'ella senza ridere più. - Detesto gli scandali, e non mi vedreste mai più, né voi, né lui! -
      La signora Dal Colle faceva i preparativi per la partenza; Assanti venne a saperlo il giorno dopo.
      - Partite? - le disse.
      - Sì: fuggo. Siete soddisfatto? Facciamo la pace prima di lasciarci.
      - No, facciamo di meglio: ditemi dove andrete. Noi siamo qualcosa più di due semplici conoscenze, siamo due nemici; siamo liberi entrambi e padroni di noi; entrambi scorrazziamo pel mondo onde fuggire la noia. C'incontreremo in tutte le stazioni, ci faremo dei dispetti, ci faremo la guerra, ci odieremo, e così non avremo il tempo di annoiarci.
      - No, no! E il pericolo d'innamorarsi lo contate per nulla?
      - Anche voi?
      - Sì, mi par di sì, dopo quello che mi avete detto ieri sera.
      - Ebbene! alla peggio!...
      - Non la prendete così; parlo sul serio, e sapete che sono franca.
      - In tal caso franchezza per franchezza... Chiudete gli occhi e lasciate fare al pericolo.
      - Ci penserò.
      - ...Ci ho pensato, - gli disse il giorno dopo, poche ore prima di partire all'insaputa di lui. - No, sarebbe peggio di una disgrazia, sarebbe una sciocchezza. È un gran brutto affare, due amanti che un giorno o l'altro possano ridersi sul naso! e questo giorno arriverebbe, a meno di un miracolo.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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