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      - Vede! - disse. - Non si ode più nulla!
      - Alla buon'ora! - esclamò il signor Giordano; - dunque possiamo andare -.
      La moglie gli rivolse uno sguardo distratto, e soggiunse:
      - Scusami, sai! -
      Il raggio di sole prima di tramontare si insinuò per un crepaccio a fior d'acqua, e illuminò improvvisamente il fondo di quella specie di pozzo ch'era stato il trabocchetto, le punte aguzze delle nere pareti, i ciottoli bianchi che spiccavano sul muschio e l'umidità del fondo, e i licheni rachitici che l'autunno imporporava. Il sorriso era sparito dal viso della signora spensierata, e volgendosi al marito, timida, carezzevole, imbarazzata:
      - Vieni? - gli disse.
      - Bada, - rispose il signor Giordano col suo ironico sorriso; - ci vedrai le ossa di quel bel cavaliere, e farai brutti sogni stanotte -.
      Ella non rispose, non si mosse, stava chinata sulla buca; appoggiandosi ai sassi che la circondavano; infine, con voce sorda:
      - In fatti... c'è qualcosa di bianco, laggiù in fondo... -
      E senza attendere risposta:
      - Se quest'uomo è caduto qui, ha dovuto afferrarsi per istinto a quella punta di scoglio... vedete? si direbbe che c'è ancora del sangue -.
      Suo marito vi buttò il sigaro spento, e volse le spalle; ella rabbrividì, come se avesse visto profanare una tomba, si fece rossa, e si rizzò per andarsene. Era una graziosa bruna, palliduccia, delicata, nervosa, con grandi e begli occhi neri e profondi; il piede le sdrucciolò un istante sul sasso mal fermo, vacillò, e dovette afferrarsi alla mano di Luciano.
      - Grazie!


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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