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      Ma la notte di Santa Barbara tornò a casa ad ora insolita, che tutti i lumi erano spenti nella stradicciuola, e l'orologio della città suonava la mezzanotte. Una notte da lupi, che proprio il lupo gli era entrato in casa, mentre lui andava all'acqua e al vento per amor del salario, e della giumenta del padrone ch'era ammalata, e ci voleva il maniscalco subito subito. Bussò e tempestò all'uscio, chiamando Mara ad alta voce, mentre l'acqua gli pioveva addosso dalla grondaia, e gli usciva dalle calcagna. Sua moglie venne ad aprirgli finalmente, e cominciò a strapazzarlo quasi fosse stata lei a scorrazzare pei campi con quel tempaccio, con una faccia che lui chiese: - Che c'è? Cos'hai?
      - Ho che m'hai fatto paura a quest'ora! che ti par ora da cristiani questa? Domani sarò ammalata!
      - Va a coricarti, il fuoco l'accendo io.
      - No, bisogna che vada a prender la legna.
      - Andrò io.
      - No, ti dico! -
      Quando Mara ritornò colla legna nelle braccia Jeli le disse:
      - Perché hai aperto l'uscio del cortile? Non ce n'era più di legna in cucina?
      - No, sono andata a prenderla sotto la tettoja -.
      Ella si lasciò baciare, fredda fredda, e volse il capo dall'altra parte.
      - Sua moglie lo lascia a infradiciare dietro l'uscio, - dicevano i vicini, - quando in casa c'è il tordo! -
      Ma Jeli non sapeva nulla, ch'era becco, né gli altri si curavano di dirglielo, perché a lui non gliene importava niente, e s'era accollata la donna col danno, dopo che il figlio di massaro Neri l'aveva piantata per aver saputo la storia di don Alfonso.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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