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      Egli, dopo averci pensato su un poco, le domandò freddo freddo:
      - È vero che te la intendi con don Alfonso? -
      Mara gli piantò in faccia i suoi begli occhi limpidi, e si fece il segno della croce.
      - Perché volete farmi far peccato in questo giorno! - esclamò.
      - No! non voglio crederci ancora!... perché con don Alfonso eravamo sempre insieme, quando eravamo ragazzi, e non passava giorno ch'ei non venisse a Tebidi, proprio come due fratelli... Poi egli è ricco che i denari li ha a palate, e se volesse delle donne potrebbe maritarsi, né gli mancherebbe la roba, o il pane da mangiare -.
      Mara invece andavasi riscaldando, e cominciò a strapazzarlo in malo modo, tanto che lui non alzava più il naso dal piatto.
      Infine perché quella grazia di Dio che stavano mangiando non andasse in tossico, Mara cambiò discorso, e gli domandò se ci avesse pensato a far zappare quel po' di lino che avevano seminato nel campo delle fave.
      - Sì, - rispose Jeli, - e il lino verrà bene.
      - Se è così, - disse Mara, - in questo inverno ti farò due camicie nuove che ti terranno caldo -.
      Insomma Jeli non lo capiva quello che vuol dire becco, e non sapeva cosa fosse la gelosia; ogni cosa nuova stentava ad entrargli in capo, e questa poi gli riusciva così grossa che addirittura faceva una fatica del diavolo ad entrarci, massime allorché si vedeva dinanzi la sua Mara, tanto bella, e bianca, e pulita, che l'aveva voluto lei stessa, e le voleva tanto bene, e aveva pensato a lei tanto tempo, tanti anni, fin da quando era ragazzo, che il giorno in cui gli avevano detto com'ella volesse sposarne un altro, non aveva avuto più cuore di mangiare o di bere tutta la giornata.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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