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      Una volta che Polidori si permise di fare qualche osservazione rispettosa in propria difesa, ella gli lanciò in faccia uno scoppio di risa squillanti.
      - Oh! oh! -
      Egli parve impallidire, colui, alfine! Siccome le altre signore gli ronzavano sempre attorno come api a Polidori - la colpa era di quelle signore che lo guastavano - ella soggiunse:
      - Non vi fate scorgere, ne sarei desolata.
      - Per chi?
      - Per voi, per me... e per gli altri - per tutto il mondo -.
      Questa volta ei non si lasciò sconcertare dal sarcasmo, e rispose con calma:
      - Non mi preme che di voi -.
      Ella avrebbe voluto colpirlo in viso con un altro getto di quella ilarità spietata e mordente, ma il riso le morì sulle labbra, dinanzi all'espressione che quelle due parole davano a tutta la fisonomia di lui.
      - Potete insultarmi, - rispose egli, - ma non avete il diritto di dubitare del sentimento che avete messo nel mio cuore -.
      Maria chinò il capo, vinta.
      - Non ho rispettato ciecamente la vostra volontà, quale sia stata? Vi ho chiesto una spiegazione? Non ho prevenuto il vostro desiderio? e non son riescito a far le viste di aver dimenticato quello che nessun uomo al mondo potrebbe dimenticare... da voi?... E se ho sofferto, per questo, c'è alcuno al mondo che mi abbia visto soffrire? -
      Egli parlava con voce calma, con l'atteggiamento tranquillo che davano a quelle parole pacate un'eloquenza irresistibile.
      - Voi!... - balbettò Maria.
      - Io! - ribatte Polidori, - che vi amo ancora, e che non ve lo avrei detto giammai -.
      Ella che si era fermata per strappare le foglie degli arbusti, fece due o tre passi per allontanarsi da lui, povera bambina!


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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