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      - Dunque vi faccio paura?
      - Voi non mi disprezzate ora? - disse Maria. - Non è vero? -
      Egli giunse le mani, in un'espressione ardente di passione ed esclamò:
      - Io? Disprezzarvi io? -
      Maria sollevò il viso disfatto e lo fissò con occhi sbarrati, e colle lagrime ancora sul viso mormorava confusamente parole insensate: - È la prima volta!... ve lo giuro! - Ve lo giuro, signore!...
      - Oh! - esclamò Polidori con impeto. - Perché mi dite questo? a me che vi amo? che vi amo tanto! -
      Quelle parole vibravano come cosa viva dentro di lei; un istante ella se le premé forte colle mani dentro il petto, chiudendo gli occhi; ma immediatamente le avvamparono in viso, come avessero compito in un lampo tutta la circolazione del suo sangue, e le avessero arso tutte le vene. - No! no! - ripeteva; - ho fatto male, ho fatto assai male! sono stata una stordita. Credetemi, signore! Non sono colpevole; sono stata una stordita; sono davvero una bimba, lo dicono tutti, lo dicono anche le mie amiche -. La poverina cercava di sorridere, guardando di qua e di là stralunata. - Ho bisogno che non mi disprezziate!
      - Maria! - esclamò Polidori.
      Ella trasalì, e si tirò indietro bruscamente, spaventata dall'udire il suo nome. Polidori chino dinanzi a lei, umile, tenero, innamorato, le diceva:
      - Come siete bella! e come è bella la vita che ha di questi momenti! -
      Maria si passava le mani sugli occhi e pei capelli, confusa, smarrita, e s'accasciava su di sé stessa, e ripeteva quasi macchinalmente: - Se sapete che affare grosso è stato l'attraversare il viale, quel viale che ho fatto tutti i giorni.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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