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      - Rinaldi non è a Milano - le disse rispondendo al movimento di sorpresa che aveva fatto Maria non trovando nessuno ad aspettarla. - È andato a Roma.
      - Senza scrivermelo! senza lasciarmi una parola! - mormorò Maria.
      - Sì, ha scritto. La lettera deve averla mio marito -.
      Ma subito s'interruppe, perché cominciava a spaventarsi dell'agitazione che si andava manifestando sul viso di Maria. - Infine, - le disse, - tosto o tardi devi saperlo. Rinaldi è corso a Roma per regolare degli affari... Sai.. quando si è lontani non vanno sempre come dovrebbero andare. Tuo marito era inquieto. Colla sua gita accomoderà tutto.
      - Cos'è stato? - balbettava Maria, turbata maggiormente da quell'annunzio perché la sorprendeva in quel momento. - Cos'è avvenuto?
      - Non ti spaventare; tuo marito sta bene. È accaduto che uno dei suoi debitori è fallito. Questione di denaro.
      - Ah! - disse Maria respirando; e un'ombra d'ironia le tornò sul viso.
     
      Suo marito sembrava che facesse apposta onde giustificare il sorrisetto amaro di lei. Era così preoccupato del suo affare che non aveva più testa per nessun'altra cosa al mondo. Passarono parecchi giorni senza che ei si facesse vivo altrimenti. Alla fine arrivò un telegramma che mise in grande costernazione il socio di lui, il quale partì subito per Roma.
      - Oh! - esclamò allora Maria con quell'intonazione pungente che le era divenuta abituale da otto giorni. - Ma dev'essere proprio un affar serio! Del resto per mio marito sarà sempre un affar serio. Vuol dire che il mio posto in questa circostanza, sarebbe vicino a lui.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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