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      Ad un tratto vedendo arrivare il babbo, si alzò lieta, e gli corse incontro. Compare Meno entrò senza dir nulla, e sedette in un canto colle mani penzoloni fra le ginocchia, la faccia lunga, e le labbra bianche come la carta, ché dal giorno innanzi non ci aveva messo un pezzo di pane in bocca dal crepacuore. Guardava le comari come a dire: - Poveretto me! -
      Le donne, al vedergli il fazzoletto nero al collo, gli fecero cerchio intorno, colle mani intrise di farina, compassionandolo in coro.
      - Non me ne parlate, comare Sidora! - ripeteva lui, scuotendo il capo e colle spalle grosse. - Questa è spina che non mi si leva più dal cuore! Vera santa era quella donna! che, senza farvi torto, non me la meritavo. Fino ad ieri, che stava tanto male, s'era levata di letto per andare a governare il puledro slattato adesso. E non voleva che chiamassi il medico per non spendere e non comprare medicine. Un'altra moglie come quella non la trovo più. Ve lo dico io! Lasciatemi piangere, ché ho ragione! -
      E seguitava a scrollare il capo, e a gonfiare le spalle, quasi la sua disgrazia gli pesasse assai.
      - Quanto a trovarvi un'altra moglie - aggiunse la Licodiana per fargli animo - non ne avete che a cercarla.
      - No! no! - badava a ripetere compare Meno colla testa bassa come un mulo. - Un'altra moglie come questa non la trovo più. Stavolta resto vedovo! Ve io dico io! -
      Comare Sidora gli diede sulla voce: - Non dite spropositi, ché non sta bene! Un'altra moglie dovete cercarvela, se non altro per rispetto di questa orfanella, altrimenti chi baderà a lei, quando andrete in campagna! volete lasciarla in mezzo alle strade?


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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