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      - L'hanno anche salassato? -
      La vedova gli fissò in volto gli occhi foschi, senza parlare, e disse di sì col capo.
      - Allora non c'è più che fare, - conchiuse compare Meno; e stette a guardare l'asino che si allungava sui sassi, rigido, col pelo tutto arruffato al pari di un gatto morto.
      - È la volontà di Dio, sorella mia! - le disse per confortarla. - Siamo rovinati tutti e due -.
      Egli s'era messo a sedere sui sassi, accanto alla vedova, colla figliuoletta fra le ginocchia, e rimasero entrambi a guardare la povera bestia che batteva l'aria colle zampe, di tanto in tanto, tale e quale come un moribondo.
      Comare Sidora, quand'ebbe finito di sfornare il pane, venne nel cortile anche lei colla cugina Alfia, che si era messa la veste nuova, e il fazzoletto di seta in testa, per far quattro chiacchiere; e disse a compare Meno, tirandolo in disparte:
      - Curatolo Nino, non ve la darà più l'altra figliuola, ora che con voi gli muoiono come le mosche, e ci perde la dote. Poi la Santa è troppo giovane, e ci sarebbe il pericolo che vi riempisse la casa di figliuoli.
      - Se fossero maschi pazienza! Ma c'è anche a temere che vengano delle femmine. Sono tanto disgraziato!
      - Ci sarebbe la cugina Alfia. Quella non è più giovane, ed ha il fatto suo: la casa e un pezzo di vigna -.
      Compare Meno mise gli occhi sulla cugina Alfia, la quale fingeva di guardare l'asino, colle mani sul ventre, e conchiuse:
      - Se è così, se ne potrà parlare. Ma sono tanto disgraziato! -
      Comare Sidora gli diede sulla voce:
      - Pensate a coloro che sono più disgraziati di voi, pensate!


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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